PAOLO
CHEMELLO

MEDICO CHIRURGO SPECIALISTA
IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

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PROTESI DI GINOCCHIO

Il ginocchio è un articolazione formata dall’incontro di tre ossa: femore, tibia e rotula che unisce la coscia e la gamba. E’ un ginglimo angolare, a ginocchio esteso consente il movimento di flesso-estensione, a ginocchio flesso si ha un secondo grado di libertà che permette la rotazione su asse longitudinale della gamba.
L’intervento di protesizzazione al ginocchio consiste nella ricostruzione chirurgica dell’articolazione formata dai condili femorali, dal piatto tibiale e dalla rotula mediante la sostituzione di parte o di tutte queste componenti con analoghi metallici o di polietilene.

STORIA

Le prime e rudimentali protesi di ginocchio furono disegnate e impiantate da un chirurgo tedesco di nome Themistocles Glück, tra il 1890 e il 1891. In quegli stessi anni, Glück progettò protesi in avorio per tutte le principali articolazioni umane, in particolare per l’anca. A distanza di qualche decennio, tra il 1951 e il 1958, un certo Walldius ideò la prima protesi di ginocchio "a cerniera", fatta inizialmente in materiale acrilico e poi in cromo cobalto.
Poiché le protesi "a cerniera" non garantirono i risultati sperati, la progettazione di nuovi modelli continuò e, tra gli anni '60 e gli anni '70, furono realizzate le prime protesi costituite da una componente femorale e una tibiale, simili a quelle attuali.
Nel corso degli anni la tecnica si è evoluta e sono state sviluppate protesi che sempre più riescono a riprodurre la naturale fisiologia articolare. La continua evoluzione dei materiali ha fatto sì che attualmente nel 90-95 % dei pazienti operati la durata dell’impianto protesico sia di 10-15 anni.

INDICAZIONI

Scopo della chirurgia protesica è quello di rimuovere il dolore, correggere le deviazioni assiali e rendere l’articolazione stabile mantenendo una buona capacità di movimento.
Le patologie che costituiscono una indicazione a tale chirurgia sono:

  • artrosi primaria del ginocchio monocompartimentale;
  • artrosi primaria del ginocchio bicompartimentale;
  • necrosi dei condili da terapia cortisonica;
  • artrite reumatoide;
  • esiti di frattura con viziosa consolidazione;
  • insuccessi di osteotomie;
  • tumori ossei della porzione distale del femore;
  • tumori ossei della porzione prossimale del piatto tibiale.

Dal punto di vista sintomatologico le persone che possono beneficiare dell’intervento presentano in genere:

  • dolore o rigidità importanti al ginocchio al punto da limitare le attività quotidiane, difficoltà nel camminare, salire le scale, alzarsi o sedersi sulla sedia;
  • infiammazione cronica e gonfiore al ginocchio che non migliora con terapie non chirurgiche ( riposo, ghiaccio, farmaci, terapia infiltrativa..)
  • deformità del ginocchio: ginocchio flesso che non si estende, ginocchio varo (deformato verso l’interno), ginocchio valgo ( deformato verso l’esterno).

Non esiste un limite di età per sottoporsi all’intervento. La maggior parte delle persone operate ha un età compresa fra i 50 e gli 80 anni, ma la valutazione del chirurgo si basa sulle condizioni complessive della persona e sulla gravità dei sintomi.
Non esiste nemmeno un limite di peso, ma è bene sottolineare che un eccessivo peso corporeo determina una maggiore usura di materiali e quindi una minore durata della protesi stessa.
La protesi da me utilizzata risulta essere tra le protesi più innovative per il tipo di materiale utilizzato ossia oxinium un materiale brevettato dalla smith&nephew che permette una durata maggiore della protesi ed è un materiale totalmente anallergico. Vi sono altre protesi che sono anallergiche ma queste sono rivestite di un materiale anallergico ma sotto risultano essere in cromo cobalto, che da le maggiori allergie, invece di essere totalmente formate di materiale anallergico come la protesi da me utilizzata.

 
Artrosi del ginocchio

INTERVENTO

L’intervento viene eseguito prevalentemente in anestesia spinale selettiva, ossia anestetizzando solo l’arto da operare, oppure in anestesia generale quando la spinale non è indicata o su richiesta del paziente stesso.
A differenza che per la protesi d’anca, nel caso della protesi di ginocchio esiste una sola tecnica chirurgica (eccetto che in alcuni casi particolari).
Viene praticata un’incisione longitudinale di circa 15 centimetri sulla faccia anteriore del ginocchio, sopra la rotula arrivando a scoprire il piano osseo composto da femore, rotula e piatto tibiale. A questo punto, con un apposito strumentario, si eseguono le resezioni ossee asportando la parte superiore della tibia e quella inferiore del femore per uno spessore di circa 8-10mm creando così lo spazio per l’inserzione delle componenti protesiche. Altre resezioni osse possono rendersi necessarie per garantire una perfetta aderenza della protesi all’osso. Durante questa fase si valuta che venga mantenuto un corretto bilanciamento legamentoso del ginocchio sia in estensione che in flessione. Viene poi inserito un impianto con componenti di prova per verificare la corretta funzionalità dell’articolazione. Se il risultato è soddisfacente si procede con l’inserimento delle componenti definitive e con la fissazione mediante l’impiego di cemento.

 
Protesi del ginocchio - degenerazione da artrosi

INTERVENTO TRAMITE TECNICA “VISIONAIRE PMI”

La tecnologia Visionaire Patient Matched Technology (Smith & Nephew, Memphis USA) è una nuova metodologia chirurgica che consente di progettare e produrre una serie di guide di taglio con prestazioni personalizzate che si basano sull’anatomia unica del singolo paziente.
Questo sistema prevede di utilizzare i dati acquisiti tramite una Risonanza Magnetica ed una radiografia del ginocchio della persona, che devono essere eseguite nel centro abilitato più vicino alla residenza della stessa. Tali dati vengono inviati nei laboratori dell’azienda fornitrice delle protesi (Smith & Nephew, Menphis USA) dove un ingegnere dedicato effettua uno studio morfometrico del ginocchio e progetta delle guide di taglio in 3D la cui forma interna corrisponde alla forma esterna del femore distale del paziente e della tibia prossimale.
Questo permette al chirurgo di avere uno strumentario ed una protesi su misura per la persona e pertanto di effettuare dei tagli ossei molto precisi e quindi di posizionare la protesi secondo l’allineamento ottimale con un conseguente miglior risultato finale. L’intervento risulta essere più veloce, con un minori perdite di sangue e con tempi di recupero teoricamente più rapidi rispetto a quello tradizionale.

 

DECORSO POST-OPERATORIO

Il paziente il giorno dell’intervento rimarrà nel letto per evitare stress inutili da una precoce mobilizzazione, finito l’effetto dell’anestesia la persona può iniziare, da stesa, ad effettuare dei movimenti di flesso-estensione del ginocchio.
Il giorno dopo l’intervento inizia la fisiokinesiterapia e la persona viene istruita all’uso corretto delle stampelle ed ai movimenti per riprendere a camminare con la protesi. Normalmente dopo 5 giorni viene dimessa per proseguire la fisioterapia vicino alla sede di residenza. La completa ripresa funzionale si ha in genere dopo 5-8 settimane dall’intervento. Sarebbe utile che la persona si sottoponesse a delle sedute di fisioterapia anche prima dell’intervento al fine di migliorare la tonicità muscolare ed apprendere il corretto utilizzo delle stampelle ed il corretto modo di camminare con la protesi già prima dell’impianto. Questo permetterebbe una ripresa più rapida.
Le protesi attualmente in commercio hanno una durata di circa 15-20 anni con una variabilità individuale legata al peso della persona ed all’utilizzo della protesi stessa.
Personalmente ritengo che l’intervento di protesi di ginocchio sia un intervento molto delicato e che prima di sottoporvisi le persone debbano essere fortemente motivate. Questo perché è un intervento doloroso, ed il dolore può essere presente anche per 12 mesi dopo l’impianto senza causa apparente. Tra le principali cause di dolore o di mancata ripresa funzionale c’è la scarsa tonicità muscolare del paziente legata ad una scarsa compliance dello stesso alle prescrizioni fisioterapiche.